La parola mantra è ormai entrata nel linguaggio comune e molte persone la usano per intendere una “formula magica”, un incantesimo che ha qualche effetto subliminale a livello profondo. Scopri il significato di mantra e quali sono i 4 tipi di mantra più famosi e potenti.
La parola mantra è ormai entrata nel linguaggio comune e molte persone la usano per intendere una “formula magica”, un incantesimo che ha qualche effetto a livello profondo, molto probabilmente perché si è capito che la maggioranza delle paure e dei blocchi interiori che ci impediscono di essere veramente felici, si nascondono nell’inconscio.
Se sei qui è probabile che ti interessi sapere come utilizzare il potere dei mantra per migliorare la tua vita, generare o recuperare prosperità, benessere fisico e mentale, avere migliori relazioni sociali, magari all’interno del matrimonio, o per una crescita personale e spirituale.
Qui trovi tutte le informazioni, pratiche e non, che ti servono per conoscere il significato, i vari tipi e le tecniche corrette (tramandate da millenni dalla civiltà vedica nei testi in lingua sanscrita) per la recitazione di mantra, ovvero per applicare l’antica scienza dei mantra nella vita di tutti i giorni.
Quindi fra poco scoprirai tutto ciò che serve per far funzionare i mantra.
Il significato di mantra
È importante inquadrare bene che cosa sia un mantra e cosa significhi questa parola. Iniziamo subito dal suo significato: mantra è una parola sanscrita, la lingua dell’antica civiltà vedica che ormai non è più in uso comune, nemmeno in India.
La parola mantra è composta dai due termini “man” e “tra” che insieme ne formano il significato che, in sintesi, potrebbe essere tradotto come: “strumento che modifica il pensiero”. Ogni sillaba sanscrita però ha diversi significati e vale quindi la pena di approfondirli per comprendere meglio il significato della parola mantra.
La sillaba man significa “mente, pensiero, atto del pensare, intelletto, respiro, anima vivente” mentre la sillaba tra significa “che libera, che compie, che agisce, che protegge”.
Dunque insieme le due sillabe formano un sostantivo che significa “pratica e strumento di pensiero”, “Ciò che doma e protegge la mente e il suo pensare”, “formula che libera la mente e che agisce sul pensare”…
In breve, il mantra è una sequenza di parole che, ripetuta con la pronuncia e specialmente l’attitudine mentale corretta, è in grado di dare più potere alla nostra mente e creare degli effetti tangibili nella vita. Per effetti tangibili intendo qualcosa di reale come più soldi, più amore, più felicità, più realizzazione, ecc.
Originalmente queste formule sacre non erano recitate come una forma religiosa ritualistica e basta, ma come veri e propri strumenti per migliorare la vita di tutti i giorni, connettendosi a piani superiori di esistenza. Ecco perché ancora oggi i mantra sono largamente utilizzati in Oriente e la letteratura indovedica è costellata da un numero incalcolabile di mantra.
Qui però è d’obbligo una precisazione: in Occidente, e specialmente nella tradizione cattolica (anche se in quella cristiana delle origini non è così), siamo abituati al concetto di preghiera, nel senso che ci si mette in ginocchio a chiedere perdono e a chiedere qualcos’altro. Se la preghiera viene considerata in questo senso, che non è quello più profondo, allora i mantra non sono preghiere.
I mantra indiani sono formule che permettono di collegarci alla nostra vera essenza interiore, alla vera natura che è parte di noi: che poi lo chiamiamo Dio, divinità, Universo, deva, energia cosmica o qualsiasi altra cosa non importa. Il concetto è chiaro, i mantra ci connettono con la nostra natura più profonda agendo direttamente sull’inconscio.
Infatti, il mantra non è strutturato come un discorso speculativo, con un inizio, uno svolgimento e una conclusione; non spiega, essendo formulato in un modo che dà per scontata la conoscenza dei contenuti a cui si riferisce.
È efficace di per sé, ma lo è ancor più nella misura in cui chi lo recita è consapevole del suo significato profondo e della propria motivazione.
Mantra personali e impersonali
Fondamentalmente i mantra si dividono in due categorie: i mantra personali e i mantra impersonali. I primi sono generalmente invocazioni di una divinità o essere divino, i secondi invece sono formule che non si riferiscono ad una personalità ma ad una verità illuminante o a un concetto comunque generalmente più astratto.
Immagino che anche tu come molti a questo punto ti stia chiedendo: “Ma quali sono, tra i due, i migliori mantra da recitare?”.
Devo dirti sinceramente che non ne ho proprio idea, però devi sapere che nell’antica civiltà vedica non esistevano i secondi, ovvero erano concepiti soltanto mantra personali.
Questo perché le forze della natura, le energie della mente e dello spirito erano tutte personificate e chiamate “deva”.
La parola deva in sanscrito significa appunto essere divino, divinità o forza della natura.
Ma allora che cosa significa? Che per recitare i mantra indiani originali dobbiamo diventare idolatri, arruolarci in qualche setta pseudoreligiosa e cambiare usi e costumi? E magari vestirci come gli indiani?
No no, non preoccuparti, niente di tutto questo! La personificazione delle forze della natura nell’antica civiltà vedica veniva attuata affinché ci fosse l’adeguato rispetto e riconoscenza nei loro confronti.
Se ci pensi un attimo, sicuramente anche a te sarà capitato di notare più chiaramente che a volte la Natura si comporta come se “sapesse quello che le succede attorno”, cioè come se fosse cosciente.
Da qui il passo alla personificazione è breve e, se devo essere sincero, ovvio e naturale.
Ecco perché quasi tutti i mantra indiani sono delle invocazioni ad una personalità più o meno divina che ci permettono, appunto, di avvicinarci a quella personalità o, meglio ancora, di acquisirne le qualità.
Ricapitolando, fin qui abbiamo visto che:
- mantra significa “formula che agisce sul pensiero”
- la stragrande maggioranza dei mantra sono personali, ovvero sono invocazioni all’unico Dio o ad una certa personalità o forza della Natura (tieni presente che quando scrivo Natura con la N maiuscola intendo l’Universo in toto).
I tipi di Mantra
Adesso passiamo in rassegna i tipi più diffusi di mantra e di tecniche di meditazione con i mantra.
In questo articolo, per ogni tipo ti lascio una brevespiegazione ma poi cliccando sul link specifico puoi approfondire.
Il Mantra Yoga
Iniziamo con il Mantra Yoga, che fa parte del Nada Yogache tradotto sarebbe “lo Yoga del Suono”, ovvero la pratica di unione (yoga)con il divino attraverso la recitazione, appunto, dei mantra.
Il Mantra Yoga non è un tipo di mantra, ma è il processovero e proprio per il corretto utilizzo delle formule sacre che i saggivedici hanno tramandato per millenni.
La pratica del Mantra Yoga consiste nel prendersil’impegno regolare di recitare un certo numero di volte (o per un certo tempo) il mantra scelto.
Di solito il mantra viene recitato a voce alta o sussurrato in quanto le vibrazioni sonore, penetrando direttamente nell’inconscio, producono delle modifiche a livello profondo. Comunque, i mantra possono essere recitati anche mentalmente, specialmente se si è già fatto un lungo periodo di recitazione a voce altra.
Il momento migliore per praticare il Mantra Yoga è al mattino presto e alla sera, però devo dirti che nella tradizione vedica non c’è un vero obbligo in questo senso, e quindi la pratica del Mantra Yoga è ben vista in qualsiasi momento della giornata.
Anzi, considerando i ritmi moderni, io consiglio spesso di usare i “tempi morti” del tran tran quotidiano tra un impegno e l’altro per questa pratica importantissima.
Il Mantra Om
Il Mantra Om è il mantra per antonomasia e viene inserito all’inizio di praticamente tutti i mantra indiani in circolazione. Si tratta di un bija mantra, ovvero una “mantra seme” che costituisce la base per tutti gli altri mantra.
Nell’antico culto Ganapatya si ritiene che l’om si sia incarnato nella forma di Ganesha (metà uomo e metà elefante) che è “colui che rimuove gli ostacoli” siano essi materiali o mentali subconsci.
Il Mantra Om è considerato il suono primordiale da cui ha avuto origine tutto l’Universo, la vibrazioni iniziale che ha messo in moto tutto quanto.
Questo è un concetto che si ritrova anche nella Bibbia con la famosa frase “All’inizio era il Verbo“.
Nella Bhagavad Gita (BG 7.8), tra i più famosi testi sacri della letteratura vedica, Krishna dichiara:
raso ’ham apsu kaunteya prabhāsmi śaśi-sūryayoḥ praṇavaḥ sarva-vedeṣu śabdaḥ khe pauruṣaṁ nṛṣu
Io sono il gusto dell’acqua, Kaunteya, la luce della luna e del sole, il sacro Om dei mantra vedici, il suono nello spazio, il coraggio nell’uomo.
E poco più avanti (BG 8.13):
oṁ ity ekākṣaraṁ brahma vyāharan mām anusmaran yaḥ prayāti tyajan dehaṁ sa yāti paramāṁ gatim
Pronunciando l’Assoluto come la singola sillaba Om e costantemente ricordando Me, così si lascia il corpo e si ottiene la destinazione suprema.
Il suo potere è così grande che quando lo si recita da solo (cioè ripetendo solo la sillaba om) è raccomandato di non superare le 9 ripetizioni, a meno che non lo recitiamo sotto la guida di un maestro autentico, che ci conosce e ci guida in un percorso di crescita personale.
Questa precauzione è dovuta al fatto che l’om potenzia tutte le nostre caratteristiche, ma proprio tutte, comprese cioè quelle che non ci piacciono tanto. Però lo possiamo recitare più volte al giorno, tranquillamente.
I Mantra Tibetani
I Mantra Tibetani sono diventati particolarmente conosciuti e diffusi in Italia perché in tutto il territorio ci sono numerosi centri più o meno grandi in cui si insegna questa pratica molto antica ed efficace.
Lo scopo principale più o meno esplicito dei Mantra Tibetani (chiamati anche Mantra Buddhisti) è quello di proteggere la mente da emozioni e pensieri negativi o meglio ancora di raggiungere la pace della mente.
Sono mantra di guarigione che per millenni sono stati usati per portare serenità nella mente delle persone.
Il più famoso mantra tibetano è OM MANI PADME HUM, ovvero “O gioiello che sei sul fiore di loto, concedimi tutte le realizzazioni“, e viene recitato per ottenere la liberazione in senso spirituale, cioè la liberazione dalle sofferenze e la pace della mente.
Questo mantra a prima vista è del tipo dei mantra impersonali di cui ti parlavo prima ma praticandolo scoprirai che non è del tutto così. In ogni caso devo confessarti che non sono molto esperto di questo tipo di mantra perché non li uso nella mia pratica quotidiana.
Il Mantra Gayatri
Il Mantra Gayatri è uno dei mantra in assoluto più potenti della più antica tradizione vedica ed è un’invocazione all’energia del Sole nel suo aspetto divino.
Recitato all’alba o al tramonto è specificatamente usato per migliorare e potenziare le capacità dell’intelletto e donare lungimiranza e saggezza.
Questo mantra è conosciuto anche come Sandhya Vandana o “saluto alla luce della Verità”, proprio perché è una meditazione che si fa attraverso il Sole.
Per lo stesso motivo viene recitato durante l’alba con lo sguardo rivolto verso est guardando il punto preciso in cui sorge il Sole, la luce che disperde le tenebre dell’ignoranza.
Il gayatri mantra lo troviamo nel Rig-veda (RgVeda 3.62.0):
Om Bhur Bhuvah Suvaha Tat Savitur Varenyam Bhargo Devasya Dhiimahi Dhiyo-yo nah Praciodayat
Una possibile traduzione del meraviglioso Mantra Gayatri è questa:
«Om, desidero meditare sull’adorabile splendore del sole divino, Savitri, creatore dei tre mondi, che possa risplendere sulla mia mente donandomi illuminazione e lungimiranza.”
Con la pratica costante del Gayatri Mantra lo Yogi raggiunge lo stato di coscienza universale, di connessione con l’Universo, lo stato, appunto, di Yoga, di unione con tutto e tutti.
Questo concetto è alla base della filosofia vedica in cui è chiaro che tutto, ciò che è animato e inanimato, fa parte di un’unica essenza, tutti dipendono da tutti gli altri e viceversa, in un unico corpo pulsante di amore.
Nella Bhagavad Gita (BG 10.35) Krishna dice “gāyatrī chandasām aham”, ossia “fra i canti metrici sono la Gayatri”.
A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, nel suo commento a questo verso dichiara:
“Particolarmente destinato alla realizzazione spirituale, esso rappresenta il Signore Supremo. È riservato alle persone spiritualmente elevate e quando è cantato con successo consente di cogliere la natura assoluta del Signore. Per cantarlo occorre prima acquisire le qualità di una persona perfettamente situata dal punto di vista materiale, cioè le qualità relative ai guna della virtù. Il gayatri mantra, che ha un ruolo fondamentale nella civiltà vedica, è considerato la manifestazione sonora del Brahman. Brahma ne fu l’iniziatore e lo trasmise poi attraverso una successione di maestri spirituali.”
Il MahaMantra, il mantra dell’amore
La letteratura indovedica è costellata da un numero incalcolabile di mantra. Il Mahamantra o “grande mantra” è considerato il più importante secondo la millenaria Tradizione Bhakti Yoga (sentiero dell’amore), poiché rappresenta la forma sonora del Divino e possiede le sue stesse potenze.
Se invocato con intenzione, consapevolezza, rigore e costanza, il Mahamantra, diventa uno strumento ineguagliabile per purificare la mente, fornendole una capacità di evolvere capace di trascendere le nostre dipendenze e condizionamenti, riarmonizzando la nostra interiorità e consentendoci di sviluppare le nostre facoltà superiori.
Il Mahamantra è così composto:
Hare Krishna Hare Krishna Krishna Krishna Hare Hare Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare
Krishna è un nome di Dio che significa l’Affascinante, ovvero dotato di meravigliose e attraenti qualità; Rama si riferisce al Supremo come a Colui che dà gioia; Hara (nel mahamantra Hare) si riferisce all’energia di Amore di Dio.
Secondo i Veda, l’attuale periodo cosmico è definito Kali-Yuga, l’epoca oscura in cui i valori decadono e i principi della morale e dell’etica vengono trascurati. In questo periodo la civiltà degrada sempre di più.
Le facoltà umane diminuiscono e l’intelligenza è facilmente fuorviata, così che la recitazione del maha-mantra, semplice e senza troppe richieste e regole, diventa il sistema principe per ottenere la liberazione.
Infatti, la Kali-santarana Upanisad, un testo molto antico che fa parte dello Yajur Veda, afferma: «I sedici nomi contenuti nel maha-mantra Hare Krishna distruggono le iniquità dell’era di Kali. Questa è la conclusione definitiva di tutti i Veda».
Però si tratta di una liberazione molto particolare, non significa essere liberati dalla sofferenza e dalle catene del mondo dell’illusione, ma è piuttosto la manifestazione del desiderio di amare incondizionatamente. Ecco perché l’ho definito il Mantra dell’Amore e il suo profondo e universale significato esoterico è questo:
«Per favore Signore, fammi essere uno strumento del Tuo Amore infinito»
Per recitare il maha-mantra o qualsiasi altro mantra, non è richiesto di cambiare religione o credere a qualche particolare Dio o divinità. Pensa che nella cultura vedica non esisteva il concetto di religione come lo concepiamo noi e nemmeno esiste nell’India moderna.
È importante però saper recitare ogni mantra correttamente e con la giusta pronuncia e cadenza, proprio perché si basa sulla potenza di parole sacre.
Conclusione
In questo articolo abbiamo chiarito il significato di mantra e in che modo può esserti utile per raggiungere i tuo obiettivi e soprattutto un maggior appagamento nella vita, ritrovando il senso profondo della tua esistenza, la tua “anima”.
Scopri ora il potere vero del mantra yoga.
Om tat sat,
Andrea Grendele (Ananda Kishor)